Ho sempre sognato di fare lo scienziato. Forse per via di mio nonno Francesco, laureato in Chimica e Farmacia, che mi spingeva a intraprendere questa strada. O forse per una mia propensione innata, dal momento che la curiosità e la voglia di scoprire gli aspetti del mondo naturale mi hanno caratterizzato fin da bambino.
Tuttavia, anche se la mia sembrava una strada già segnata, al momento dell’iscrizione all’università mi trovai davanti a un bivio: seguire l’amore per le scienze o assecondare la passione per la storia che nel frattempo avevo maturato?
Ho optato per l’iscrizione a Biotecnologie, ma ho continuato a coltivare l’interesse per la storia: non ho mai smesso di leggere saggi storici, biografie, e di appassionarmi alle vicende del passato, soprattutto della mia terra, al punto da contribuire attivamente all’istituzione di un museo che conservi il patrimonio storico-culturale di Sedriano, il comune dell’hinterland milanese in cui sono cresciuto.
Di pari passo ho tenuto vivo il mio interesse per la natura: non perdo infatti occasione per svolgere escursioni alla scoperta delle meraviglie naturali e degli animali che popolano i diversi habitat. Questa mia passione mi porta a viaggiare durante il mio tempo libero, alla scoperta di nuove culture e ambienti naturali.
Gran parte della mia vita si svolge però in laboratorio. Oggi, dopo aver trascorso quasi cinque anni a Genova, lavoro a Brno, la seconda città della Repubblica Ceca dopo Praga, grazie a una borsa iCARE-2 cofinanziata da Fondazione AIRC e Unione Europea.
Mi occupo dell’applicazione delle nanotecnologie contro i tumori con una prospettiva completamente nuova. Puntiamo a usare nanoparticelle per interferire con due fenomeni distinti ma profondamente legati nel caso dei tumori: l’immunità e la meccano-biologia della cellula.
Il fatto che il tumore sia in grado di alterare la risposta del sistema immunitario, limitandone l’azione antitumorale, è noto da diversi anni. Meno conosciuto è il fatto che le cellule rispondono alle forze fisiche che caratterizzano l’ambiente circostante. Fenomeni meccanici come i cambiamenti di pressione e la rigidità dell’ambiente vengono tradotti dalle cellule in segnali chimici che possono cambiare completamente il loro comportamento. La branca della biologia che studia questi fenomeni si chiama meccano-biologia.
Da qualche tempo è stato dimostrato che nelle cellule tumorali i meccanismi meccano-biologici sono alterati e queste anomalie potrebbero avere un ruolo nell’incapacità del sistema immunitario di rispondere al tumore.
È qui che si inserisce il mio progetto: attraverso l’uso di nanoparticelle capaci di trasportare farmaci, puntiamo a colpire alcune molecole chiave di questi processi. In tal modo contiamo di spegnere le risposte meccano-biologiche incontrollate delle cellule tumorali e ristabilire invece l’attività delle cellule immunitarie contro il tumore.
Al momento stiamo studiando questa strategia nel cancro al seno, ma se l’approccio si rivelasse efficace, potrebbe essere utile anche in altri tipi di tumore.
Nato a Magenta (MI) nel 1989, si è laureato in Biotecnologie all’Università di Milano Bicocca, dove ha iniziato a dedicarsi all’applicazione delle nanotecnologie in ambito biomedico. Si è poi trasferito all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, dove, durante il dottorato di ricerca, ha focalizzato il suo lavoro sullo sviluppo di nanotecnologie applicate alla diagnosi e al trattamento del tumore ovarico. Oggi lavora presso l’International Clinical Research Center del St. Anne’s University Hospital di Brno, in Repubblica Ceca.
Data di pubblicazione: 27 settembre 2021