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La mia sfida a un fiero avversario

KRAS è un oncogene, ossia un gene che, quando è mutato, può indirizzare la cellula verso l’acquisizione di caratteristiche tumorali. È alle mutazioni di questo gene che è dedicato il lavoro del nostro laboratorio. Cerchiamo di capire in che modo agiscono e quali sono i loro effetti studiandole da diversi punti di vista: da un lato ci concentriamo sugli aspetti strettamente genetici e dall’altro lato collaboriamo con alcuni clinici per sviluppare approcci di ricerca traslazionale.

Al gene KRAS sono arrivata per una scelta precisa. Durante il dottorato in Immunologia e Biologia Cellulare mi sono occupata soprattutto di linfomi e leucemie. Arrivata alla fine, ho deciso di cambiare ambito e KRAS mi ha affascinato, soprattutto perché mi è apparso come un fiero avversario. Tra tutti gli oncogeni è stato infatti tra gli ultimi a cedere alle terapie mirate. Per studiare la sua biologia ho dunque deciso di trasferirmi a Madrid, nel laboratorio di Mariano Barbacid, uno degli scienziati che lo hanno scoperto. In Spagna sono rimasta sei anni e mezzo e l’esperienza mi ha dato molto sul piano professionale. Tuttavia avvertivo che c’era un buco nella mia formazione: mi mancava l’esperienza clinica. Ricominciare da zero conseguendo una laurea in Medicina sarebbe stato impossibile e ho perciò ho deciso di lavorare insieme a un gruppo clinico. Negli Stati Uniti è molto frequente che i medici costruiscano gruppi di ricerca multidisciplinari e, a fianco della consueta attività clinica, svolgano attività di ricerca disponendo di laboratori e ambienti dedicati.

Dalla Spagna sono così andata a Boston, al Dana-Farber Cancer Institute, dove sono rimasta ulteriori quattro anni.

Ora il cerchio si è chiuso: dal 2020 sono di nuovo a Torino, nell’Università dove ho conseguito la laurea, il dottorato e avviato il mio laboratorio. Ho un progetto sostenuto da AIRC nel corso del quale stiamo cercando di identificare nuove strategie per vincere la resistenza ai trattamenti mirati contro KRAS. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito a una rivoluzione nel trattamento di alcuni tumori influenzati da specifiche mutazioni a carico di questo gene.

Si è trattato di un progresso importante, che ha fornito un’opzione di trattamento a pazienti per cui non esistevano cure efficaci. Esiste però un problema importante: anche se i pazienti rispondono bene ai nuovi trattamenti, tutti, nel tempo, sviluppano resistenza ai farmaci.

Il nostro obiettivo è individuare i meccanismi molecolari all’origine sia dei tumori alimentati da KRAS sia delle resistenze ai farmaci anti-KRAS. Lo studio si concentra al momento su una delle possibili mutazioni a carico di KRAS (G12C) che è presente in circa la metà degli adenocarcinomi polmonari dipendenti da questo oncogene. I nostri studi potranno avere ricadute anche sul trattamento di tumori del colon e del pancreas, dove KRAS è frequentemente mutato.

Speriamo che grazie ai risultati che otterremo si possa offrire una prospettiva terapeutica efficace a questi pazienti.

Biografia

Nata a Cuneo nel 1980, si è laureata in Biotecnologie Mediche all’Università degli Studi di Torino e nello stesso ateneo ha conseguito un dottorato di ricerca in Immunologia e Biologia cellulare. Si è trasferita quindi all’estero, prima in Spagna, al Centro Nacional de Investigaciones Oncológicas di Madrid, e poi negli Stati Uniti, al Dana-Farber Cancer Institute di Boston. Dal 2020 è di nuovo all’Università di Torino dove ha avviato il proprio laboratorio di ricerca e svolge attività didattica.

Data di pubblicazione: 9 settembre 2022