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Interrompere le comunicazioni per disarmare il tumore del seno

Grazie al sostegno di AIRC, Tiziana Triulzi ha potuto avviare la sua linea di ricerca sul rapporto tra cancro e microambiente tumorale. In particolare, sta studiando l'interazione tra il tumore al seno triplo negativo e il tessuto adiposo, con l'obiettivo di trovare nuove strategie terapeutiche per questa neoplasia ancora difficile da curare.

Di cosa ti occupi?

Da diversi anni studio il rapporto tra cancro e microambiente tumorale. Nello specifico, l’interazione tra il tessuto adiposo e il tumore al seno triplo negativo, una neoplasia per cui oggi le opzioni terapeutiche sono limitate.

Da tempo sappiamo che il cancro è in grado di rilasciare molecole che raggiungono il tessuto adiposo circostante, cambiandone le caratteristiche e il comportamento. Attraverso questa forma di comunicazione, il grasso diventa un prezioso alleato del tumore, aiutandolo a progredire e a dare metastasi. Identificare i principali elementi di questa interazione e descrivere nel dettaglio i meccanismi in cui sono coinvolti potrebbe portarci a sviluppare nuovi strumenti per contrastare la malattia.

Nel dettaglio, quali potrebbero essere le ricadute di questo filone di ricerca?

C’è ancora tanta strada da fare. Innanzitutto, occorre confermare in studi clinici i risultati che stanno emergendo dalla ricerca di base, condotta principalmente con cellule in coltura. Nel concreto, si tratta di verificare se anche negli esseri umani il tessuto adiposo viene modificato dai segnali inviati dal tumore e se assume di conseguenza un comportamento pro-tumorale.

Ancora più tempo occorrerà aspettare per ottenere eventuali applicazioni per la pratica clinica. Da questo punto di vista, il passo decisivo sarà identificare i messaggeri molecolari che il tumore usa per “corrompere” l’ambiente circostante. A quel punto, potrebbe diventare possibile interrompere questa via di comunicazione, privando il tumore di un’arma importante, e disporre di terapie che potrebbero affiancare quelle di cui già disponiamo.

Non si tratta, però, di un lavoro semplice.

Per esempio, di recente il nostro gruppo di ricerca ha identificato una molecola coinvolta in questi meccanismi, ma, purtroppo, non è possibile prenderla di mira con i farmaci e neutralizzarla, dal momento che svolge un ruolo importante in molti meccanismi fisiologici. Il lavoro fatto per identificare questa molecola si è rivelato, dunque, un po’ un buco nell’acqua, anche se non si è trattato di tempo perso. Abbiamo comunque aumentato la conoscenza in questo ambito e posto le basi per scoperte future. Del resto, è così che funziona la ricerca.

Qual è stato il ruolo di AIRC nel tuo percorso di ricercatrice?

AIRC è stata fondamentale nella mia carriera di ricercatrice. Prima ha sostenuto la mia attività con una borsa di studio. Poi ho potuto condurre un progetto Trideo, sostenuto da AIRC e Fondazione Cariplo, con cui creare la mia linea di ricerca sul rapporto tra cellule tumorali e microambiente tumorale, a cui sono seguiti due Investigator Grant. In precedenza, sono stati fondamentali anche i finanziamenti AIRC ottenuti dai miei “capi”, che hanno reso possibile l’ambiente in cui mi sono formata e ho lavorato.

Il mio rapporto con AIRC, inoltre, va al di là di quello puramente lavorativo. Quando è possibile svolgo attività di volontariato, per esempio in piazza per l’Azalea della Ricerca. Tutte le volte è un’occasione importante per confrontarmi con le tante persone che sostengono AIRC. Negli ultimi anni mi sto rendendo conto che le conoscenze sui tumori stanno crescendo: c’è molta più informazione e consapevolezza. Anche in questo campo AIRC – insieme ad altri enti – sta facendo la differenza. È un ulteriore merito da riconoscere a questa Fondazione, oltre a quello fondamentale del sostegno alla ricerca.

Cosa fai fuori dal laboratorio?

Sono sempre stata molto dinamica: amo lo sport, viaggiare e vivere la montagna. Da quando è nato mio figlio Filippo, 5 anni fa, il tempo libero è dedicato quasi esclusivamente a lui. È impegnativo, ma chiaramente è una grande gioia.

Data di pubblicazione: 17 settembre 2025