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La strada verso la cura del melanoma

Il melanoma prende origine dai melanociti, cellule presenti sia nello strato superficiale della pelle (epidermide) sia in altri tessuti come le mucose e parti dell'occhio.

1956

Henry Lancaster, medico e statistico australiano, associa per la prima volta l’esposizione alla radiazione ultravioletta al rischio di sviluppare il melanoma. I suoi dati sono sostanzialmente corretti, ma ottenuti nella popolazione australiana, che ha origini britanniche e caratteristiche genetiche comuni. Oggi si sa che alcuni geni predispongono all’insorgenza di tumori e che il sole ha un ruolo relativamente marginale nella genesi del melanoma, contrariamente a quanto avviene per altri tumori cutanei di cui è il primo fattore causale.

1980

Viene identificata la famiglia degli oncogeni RAS, spesso mutati nel melanoma.

2000-2010

Lo studio di famiglie con elevata incidenza di melanoma consente di individuare alcuni geni chiave nello sviluppo della malattia. Nel 2002 si scopre che il gene BRAF è mutato in una percentuale elevata di melanomi.

2011

È l’anno decisivo per lo sviluppo dell’immunoterapia contro il melanoma. Vengono pubblicati i risultati del primo studio, che dimostrano l’efficacia del farmaco vemurafenib in questi pazienti.

Lo stesso anno Patrick Hwu dell’Università del Texas pubblica sul New England Journal of Medicine i dati della prima sperimentazione con un vaccino terapeutico contro il melanoma. Si tratta di un farmaco che attiva il sistema immunitario contro le cellule maligne, e che viene preparato con materiale ottenuto dal paziente stesso.

Infine viene approvato dalla FDA l’ipilimumab. Si tratta di un anticorpo monoclonale che stimola i linfociti T a combattere contro il tumore. Queste cellule esprimono sulla loro superficie la proteina CTLA-4 che “spegne” il linfocita T quando non serve più. L’ipilimumab agisce tenendo il linfocita sempre attivo in modo che possa combattere più efficacemente il melanoma.

2010-2019

Numerosi studi sulla relazione tra melanoma e sistema immunitario dimostrano che le cellule di questo tumore sono particolarmente abili nell’inibire le difese naturali dell’organismo e in particolare l’azione anticancro dei linfociti T. Per questo il melanoma è, al momento, il tumore che meglio risponde all’immunoterapia.

Data di pubblicazione: 13 novembre 2019