Abbronzarsi nei centri estetici non protegge dalle scottature. Anzi, studi recenti hanno dimostrato un maggior rischio di tumori cutanei in seguito all'abuso di lampade e lettini solari, per cui l’uso di queste apparecchiature è stato classificato come sicuramente cancerogeno e inserito nel gruppo 1 dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), un organismo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Se proprio non si riesce a rinunciarvi, occorre comunque proteggere la pelle con una crema adatta, come in spiaggia o sui campi da sci.
Va tenuto presente, infatti, che i livelli di radiazioni UV emessi dalle lampade abbronzanti sono molto intensi, equiparabili a quelli dell’irraggiamento solare di mezzogiorno ai tropici, e in alcuni casi possono essere anche più forti di qualsiasi esposizione di origine naturale, come sottolineano l’OMS e l’American Academy of Dermatology.
Lampade, lettini, docce solari: per qualcuno il desiderio di essere abbronzato tutto l'anno diventa una vera e propria malattia, che ha portato gli esperti a coniare il nuovo termine di tanoressia. Da un’indagine su ragazze sotto i 30 anni che fanno uso di lampade e dispositivi abbronzanti, una su cinque è risultata “dipendente” dall’abbronzatura artificiale, come documenta uno studio i cui risultati sono stati pubblicati su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention. I ricercatori hanno riscontrato come spesso si tratta di donne che hanno iniziato a fare uso di lampade molto giovani, che sono preoccupate del proprio aspetto fisico e presentano sintomi di tipo depressivo.
È importante scegliere un centro che dia garanzie di affidabilità: dopo un certo numero di ore di funzionamento le apparecchiature possono infatti deteriorarsi e produrre raggi più pericolosi. Un decreto interministeriale sancisce le normative di sicurezza e precise specifiche tecniche a cui le strutture devono attenersi rigorosamente.
L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha rilevato un rischio di melanoma aumentato del 75 per cento in coloro che fanno uso di lampade abbronzanti al di sotto dei 30 anni.
Per questo il decreto interministeriale vieta ai minorenni l'accesso a lampade, docce e lettini solari, estendendo la proibizione anche alle donne in gravidanza, a chi ha sofferto o soffre di neoplasie e a chi si scotta con facilità.
Un recentissimo articolo apparso su JAMA Dermatology ha lanciato un appello per eliminare l’utilizzo di lampade e altri dispositivi abbronzanti, cui sono attribuibili ogni anno quasi 420.000 casi di cancro della pelle negli Stati Uniti. L’attenzione è puntata soprattutto sui più giovani: anche dove esistono regole restrittive per l’abbronzatura artificiale (come in Italia) è possibile eluderle perché mancano adeguati controlli, evidenziano gli autori. Il fatto che palestre, centri fitness e centri benessere offrano spesso la possibilità di utilizzare lampade solari può fuorviare molte persone, portando a credere che l’abbronzatura artificiale non sia rischiosa per la salute, o addirittura che sia benefica.
In un altro studio è stata presa in esame la fascia di età più vulnerabile, dai 14 ai 17 anni, e i risultati hanno dimostrato che il divieto di apparecchiature abbronzanti è vantaggioso per la società, perché riduce i casi di melanoma e i costi sanitari correlati. I benefici sembrano essere consistenti anche considerando i costi dei controlli e delle perdite per l’industria dell’abbronzatura. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Cancer.
Molti dermatologi la considerano una buona alternativa: cospargendosi il corpo di creme o spray autoabbronzanti non si corrono i rischi legati all'esposizione ai raggi UV. Ma attenzione: non si crea neppure una barriera protettiva che protegge dalle scottature. Per questo, nell'esporsi al sole dopo questi trattamenti, non bisogna farsi trarre in inganno dalla falsa abbronzatura, ma occorre usare le stesse precauzioni che si prenderebbero se si avesse ancora un colorito invernale.
Data di pubblicazione: 15 maggio 2024