Oltre 50 insegne della Grande Distribuzione e della Distribuzione Organizzata in occasione del World Cancer Day aderiscono all’iniziativa le “Arance rosse per la Ricerca” per sostenere 5.000 ricercatori AIRC al lavoro per rendere il cancro sempre più curabile.
Venerdì 4 febbraio si rinnova l’appuntamento con il World Cancer Day, la Giornata mondiale contro il cancro indetta nel 2000 dalla Union for International Cancer Control (UICC). Obiettivo della ricorrenza è sensibilizzare e mobilitare la comunità internazionale contro il cancro, una malattia che è ancora oggi un’emergenza mondiale: solo in Italia lo scorso anno sono stati diagnosticati circa 377.000 nuovi casi di tumore, più di 1000 al giorno, e sono state stimate 181.330 morti per neoplasie*. (Fonte: I numeri del cancro in Italia, 2021 a cura di AIRTUM, AIOM, Siapec e Passi).
In questa occasione, sono oltre 50 le insegne della Grande Distribuzione e della Distribuzione Organizzata che uniscono le forze a sostegno di Fondazione AIRC. Già a partire da giovedì 3 febbraio, in più di 7.000 punti vendita su tutto il territorio nazionale, sarà possibile scegliere le “Arance rosse per la Ricerca”; per ogni confezione venduta, i supermercati e gli ipermercati aderenti doneranno 0,50 € per garantire continuità al lavoro di oltre 5mila scienziati AIRC impegnati a trovare le migliori soluzioni per prevenire e diagnosticare sempre più precocemente il cancro, e per curare tutti i pazienti. L’iniziativa proseguirà per due settimane e fino a esaurimento scorte.
LE “ARANCE ROSSE PER LA RICERCA” DELLA GDO AL FIANCO DI AIRC
Dal 2016 le “Arance rosse per la Ricerca” hanno consentito di raccogliere importanti fondi che hanno contribuito a garantire continuità ai progetti di ricerca AIRC. Solo nel 2021 sono stati donati oltre 310.000 euro alla ricerca. Una campagna corale in costante crescita che, anche per questa edizione, vede aumentare il numero delle insegne della Grande Distribuzione e della Distribuzione Organizzata che hanno deciso di schierarsi a fianco di Fondazione AIRC distribuendo circa 650mila reticelle di Arance rosse per la Ricerca. Le aziende aderenti sono: Aldi; Bennet; Carrefour e Consorzio Coralis con Filiera Agricola Italiana; Coop Liguria; Despar; Etruria Retail (Carrefour) con Agri srl; Iper La grande i; Gruppo Gabrielli; Gruppo Pam; Gruppo Rossetto; Gruppo Vegè (Gruppo Arena; Fratelli Morgese; Multicedi; Piccolo; Supertosano), MD; Selex Gruppo Commerciale (Arca; Alfi; Cedi Marche; Cedi Gros; Dimar; Italmark Spa; L’abbondanza; Maxi Dì, GMF; Megamark; Rialto; Superemme; Super Elite; Unicomm), Novacoop; Realco/Sigma; Sogegross (Basko; Doro; Ekom). L’elenco completo delle insegne aderenti è disponibile su: Supermercati aderenti – Arance della Salute
“Voglio ringraziare tutte le aziende che hanno scelto di partecipare all’iniziativa ‘Arance rosse per la Ricerca’ – dichiara Niccolò Contucci, Direttore Generale Fondazione AIRC – Aderendo a questa campagna i partner confermano il loro sostegno ai nostri ricercatori e contribuiscono alla sensibilizzazione dei cittadini sulle sane abitudini alimentari, ribadendo il ruolo che la Grande Distribuzione e la Distribuzione Organizzata possono rivestire nella promozione del benessere dei cittadini, a partire dal momento della spesa quotidiana”.
PER APPROFONDIRE: I TRAGUARDI E LE SFIDE DELLA RICERCA
Il successo della ricerca oncologica negli ultimi vent’anni è concreto e tangibile. Attraverso vere e proprie rivoluzioni cliniche come l’immunoterapia, cioè la stimolazione del sistema immunitario per combattere la malattia, terapie sempre più mirate e farmaci sempre meno invasivi, il cancro sta diventando sempre più curabile. AIRC è protagonista di questi progressi grazie agli importanti traguardi dei suoi scienziati. Recentemente, un gruppo di ricerca sostenuto da AIRC ha messo a punto una terapia farmacologica combinata che ha rivoluzionato la cura della leucemia a cellule capellute. I ricercatori hanno scoperto che la sinergia tra due farmaci, vemurafenib e rituximab, aumenta notevolmente la percentuale di remissioni complete della malattia, portandola dal 35%, per i pazienti trattati solo con vemurafenib, a quasi il 90%. I risultati sono apparsi su New England Journal of Medicine (qui il link di approfondimento).
Data di pubblicazione: 3 febbraio 2022